lunedì 7 luglio 2008

IL SESSANTOTTO SUI MURI

LE PAROLE DEL MAGGIO,EDIZIONI MIMESIS,2008
Indubbiamente utile sul piano storico la pubblicazione della casa editrice milanese si rivela -tuttavia-del tutto priva di consistenza operativa per la prassi attuale.Il contesto universitario e' assai lontano dalle suggestioni neo-sessantottine se non in alcune frange radicali il cui peso e' insignificante sul piano politico.Ad ogni modo,quale visione del mondo emerge dalla costellazione di citazioni?Se da un lato gli autori maggiormente ed esplicitamente citati sono
Babeuf,Bakunin,Mao dall'altra parte emerge con nettezza un socialismo anarcoide ora pacifista ora a favore della lotta rivoluzionaria.Elemento comune di questo socialismo bifronte e' il rifiuto radicale delle istituzioni universitarie e militari lette come simbolo per eccellenza della repressione.
Non sorprende allora la volonta' di rompere gli argini anche attraverso l'esaltazione della droga leggera e attraverso la necessita' di compiere una rivoluzione globale iniziando da se stessi e non risparmiando niente e nessuno.Di qui la volonta' dissacratrice che procede di pari passo con quella
utopica che non puo' che rigettare il riformismo socialdemocratico.Se puramente illusoria era gia' allora la speranza di stravolgere l'ordine costituito con questa strumentazione ideologica ancora piu'
illusorio sarebbe riproporla oggi.Se lo scopo dei curatori e' quello di ricordare per emulare e non quello di ricordare per sognare,questo obiettivo e' destinato a naufragare .Al massimo puo' diventare
un oggetto di riflessione per qualche nostalgico sessantottino o per qualche salotto radical chic.Ma sperare di trasformare la prasssi con questi logori strumenti costituisce ancora una volta un atto di ingenuita' verso l'avversario e di incapacita' a cogliere I propri limiti .